Nelle scorse settimane è stata completata a Schio (VI), nella sede di Alca Technology, la costruzione di una grande camera a vuoto per il criostato C75, che sarà utilizzato per raffreddare e testare un prototipo di payload criogenico in scala naturale per Einstein Telescope (ET).
La camera a vuoto ha superato con successo tutti i test di tenuta; entro la fine dell’anno, dopo l’assemblaggio delle parti restanti del criostato, quest’ultimo sarà trasferito e installato al laboratorio ARC-ETCRYO della sezione di Roma dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), presso la Sapienza Università di Roma. La costruzione del criostato e le attività del laboratorio rientrano nel progetto ETIC, finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), di cui l’INFN è capofila. ETIC è finalizzato a sostenere la candidatura italiana a ospitare ET in Sardegna, nell’area dell’ex miniera di Sos Enattos, nel Nuorese.
Il futuro osservatorio di onde gravitazionali avrà necessità di tecnologie criogeniche all’avanguardia, indispensabili a raffreddare fino a temperature estremamente basse gli specchi del rivelatore: l’obiettivo è aumentare la sensibilità dell’esperimento soprattutto alle basse frequenze, che rappresentano un intervallo di energie di grande interesse per le osservazioni astrofisiche e cosmologiche. Il criostato C75, che raggiungerà temperature fino a 10 gradi kelvin (pari a -263 gradi centigradi), sarà dedicato allo sviluppo di un sistema di sospensioni a bassa dissipazione meccanica che permettano il raffreddamento degli specchi di Einstein Telescope. Le dimensioni del sistema saranno molti simili a quelle previste per ET.

Luca Naticchioni (ricercatore INFN Roma) accanto alla nuova camera a vuoto.