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Fonte: MUR/INFN, 29/10/24

Al via la G7 Conference on Large Research Infrastructures. Synergies and impact on science and society, che riunisce i delegati ministeriali dei Paesi del G7 e i rappresentanti di istituzioni politiche e scientifiche europee e mondiali per due giorni di lavori sul tema delle infrastrutture di ricerca. La conferenza, ospitata a Oliena, in provincia di Nuoro, è promossa dal Ministero dell’Università e della Ricerca nell’ambito della Presidenza Italiana del G7, ed è stata organizzata in collaborazione con l’INFN Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. L’evento si è aperto con i saluti e gli interventi istituzionali del Ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, della Presidente della Regione Autonoma della Sardegna Alessandra Todde, del presidente dell’INFN Antonio Zoccoli, della presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche Maria Chiara Carrozza che coordina l’iniziativa Research 7+, del rappresentante dell’OECD Carthage Smith, e dei delegati dei Paesi G7.

La conferenza si propone come un momento di confronto per un’analisi e una riflessione approfondite e aperte sul ruolo delle grandi infrastrutture di ricerca nell’affrontare i temi più attuali e le grandi sfide contemporanee, considerando il loro impatto a livello scientifico, economico, sociale e geopolitico. Il tema sarà affrontato rivolgendo un’attenzione particolare ai Paesi del G7, ma prendendo in esame anche contributi provenienti da infrastrutture di altri Paesi del mondo.
Nell’ambito della conferenza, le delegazioni internazionali saranno accompagnate in visita alla ex miniera di Sos Enattos, nella cui area si trova il sito che l’Italia propone come sede per la realizzazione della futura grande infrastruttura di ricerca del rivelatore gravitazionale Einstein Telescope, progetto inserito nella roadmap di ESFRI, lo European Strategy Forum on Research Infrastructure, che ha anche il compito di dare indicazione su quali infrastrutture investire in Europa.

“Le grandi infrastrutture di ricerca sono veri e propri motori per la crescita scientifica, economica e sociale. Offrono spazi unici dove ricercatori di ogni età e provenienza possono collaborare e tracciare nuovi percorsi di innovazione. La Conferenza G7 organizzata dall’Italia rappresenta un’opportunità rilevante per avviare discussioni e scambi tra Paesi con una forte tradizione scientifica e valori comuni. La collaborazione tra esperti, l’uso di supercalcolatori e settori all’avanguardia come la ricerca sulle onde gravitazionali ci permettono di mantenere e far crescere questa leadership”, ha detto il ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini. “La scelta della Sardegna come sede di questa discussione non è casuale: qui vogliamo creare una nuova grande infrastruttura, l’Einstein Telescope, che potrà aprire nuove frontiere nel campo della conoscenza scientifica”, ha aggiunto.

“Le grandi infrastrutture di ricerca sono al cuore della scienza, e della nostra capacità di affrontare le grandi sfide attuali e future”, ha sottolineato Antonio Zoccoli, presidente dell’INFN. “A partire dall’economia dei territori che le ospitano, le infrastrutture di ricerca sono in grado di produrre effetti positivi nei più diversificati ambiti della nostra vita e del nostro sistema sociale”. “L’Italia ha grande esperienza nella collaborazione, realizzazione e gestione di grandi infrastrutture, dal Cern ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso. Oggi, la nostra grande impresa è l’infrastruttura del futuro rivelatore di onde gravitazionali che ci permetterà di sondare le profondità del nostro universo, Einstein Telescope. Accogliere in Sardegna, il luogo candidato dall’Italia a ospitare questo importante progetto, la conferenza sulle grandi infrastrutture di ricerca promossa dal MUR nell’ambito del G7, è un’opportunità unica di confronto internazionale, e di valorizzazione della nostra proposta e delle nostre competenze”, ha concluso.

In particolare, i grandi temi che saranno affrontati durante le sessioni plenarie toccheranno i benefici socioeconomici delle grandi infrastrutture di ricerca, che sono catalizzatori di processi innovativi, dalla produzione di nuove conoscenze alla generazione di dati di alta qualità, dalla formazione di giovani generazioni di scienziati e scienziate, al trasferimento tecnologico all’industria, allo sviluppo del territorio. Le grandi infrastrutture di ricerca sono, inoltre, portali verso la collaborazione internazionale e la diplomazia scientifica, in quanto luoghi che rappresentano un patrimonio condiviso senza confini, dove tutti coloro che partecipano contribuiscono apertamente con le proprie risorse e competenze. Infine, saranno considerate le risorse e le sinergie che possono essere create e messe a disposizione dalle grandi infrastrutture di ricerca per gestire le crisi e affrontare le nuove sfide: dai cambiamenti climatici alle pandemie, dallo studio e conservazione del patrimonio culturale alla protezione ambientale.

Le tavole rotonde parallele svilupperanno, invece, temi più specifici: il mangement delle grandi infrastrutture di ricerca, attraverso tutte le fasi del ciclo di vita di una grande infrastruttura, dallo sviluppo del progetto all’implementazione, all’operazione, agli aggiornamenti continui e al potenziale riorientamento. Inoltre, sarà analizzato il tema di un sempre maggiore coordinamento tra i membri del G7 per facilitare il ruolo della digitalizzazione, la condivisione di risorse di calcolo, lo sviluppo di soluzioni di intelligenza artificiale a vantaggio di tutti. Infine, un tema strettamente legato al progetto Einstein Telescope, ossia il rafforzamento e gli sviluppi futuri della rete globale di infrastrutture di ricerca per l’astronomia multimessaggera che, grazie alla scoperta delle onde gravitazionali, ha aperto una nuova strada all’esplorazione dell’universo.
Durante i lavori verranno presentati i risultati del rapporto G7 Large Research Infrastructures: synergies and impact on science and society, commissionato dalla Presidenza italiana a The European House – Ambrosetti.