Si è conclusa lo scorso sabato 28 giugno la settimana dedicata alla Regione Sardegna del Padiglione Italia a Expo 2025 Osaka, in cui il futuro rivelatore di onde gravitazionali Einstein Telescope (ET), che l’Italia si è candidata a ospitare proprio in Sardegna, ha assunto un ruolo da protagonista. In particolare, sono tre gli eventi che hanno visto coinvolto il progetto ET e l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), che è uno dei suoi principali promotori scientifici a livello internazionale: uno sul tema della Sardegna come territorio di scienza, uno sulla collaborazione scientifica Italia-Giappone per la ricerca sulle onde gravitazionali che ha visto la partecipazione del premio Nobel giapponese Takaaki Kajita, e uno, organizzato dal Ministero del Made in Italy (MIMIT), in cui sono stati discussi gli aspetti economici e le opportunità per le imprese legati al progetto ET.
«L’Italia, e in particolare la Sardegna, si candidano con forza e serietà a ospitare progetti importanti come l’Einstein Telescope», ha dichiarato il Commissario Generale per l’Italia a Expo 2025 Osaka, Mario Vattani. «L’Expo 2025 di Osaka è il palcoscenico ideale per aggiornare, in modo integrato, l’immagine del nostro Paese nel mondo. Il Padiglione Italia è un avamposto per la diplomazia scientifica, come testimoniato dalla presenza di numerosi esperti che partecipano ai nostri panel, tra cui il premio Nobel per la fisica Takaaki Kajita».
«Questa occasione così importante rafforza la collaborazione con l’INFN per un progetto ambizioso come l’Einstein Telescope, per il quale la Regione Sardegna ha già investito circa 500 milioni», ha commentato Giuseppe Meloni, vicepresidente della Regione Sardegna. «Il sito di Sos Enattos ha caratteristiche uniche che lo rendono il più adatto a ospitare un progetto che si andrebbe a sommare a quelli già esistenti: l’infrastruttura ARIA e il Sardegna Radio Telescope. Investire in tecnologia per noi significa attrarre talenti, è volano per l’occupazione e rafforza le nostre comunità».
Con l’intento di valorizzare l’ecosistema scientifico sardo già molto attivo e presentarlo al pubblico internazionale della manifestazione, la Regione Sardegna, in collaborazione con l’INFN, ha organizzato l’evento “Sardinia. A Territory of Science”, svoltosi il 25 giugno presso l’Auditorium del Padiglione Italia, e articolato in due tavole rotonde: la prima, dedicata alla candidatura italiana a ospitare ET e alle fruttuose collaborazioni di ricerca tra l’Italia – in particolare la Sardegna – e il Giappone, ha visto il contributo di Michele Punturo, ricercatore della sezione INFN di Perugia e coordinatore della collaborazione scientifica ET, Monique Bossi, infrastructure manager del progetto ETIC dell’INFN finanziato con PNRR del Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR), Alberto Masoni, ricercatore della Sezione INFN di Cagliari, e Takayuki Tomaru, direttore del Gravitational Wave Science Project; la seconda ha offerto una panoramica sui progetti di ricerca già attivi sul territorio sardo, come l’esperimento ARIA, per la distillazione dell’argon-40 (un elemento chimico fondamentale per la ricerca di materia oscura, in particolare nell’ambito dell’esperimento DarkSide presso i Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN), introdotto da Alessandro Cardini, direttore della sezione INFN di Cagliari, e il Sardinia Radio Telescope, uno dei più importanti radiotelescopi europei, raccontato da Federica Govoni, direttrice dell’Osservatorio Astronomico di Cagliari dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF). In apertura di questo secondo momento di dialogo, Andrea Contu, ricercatore della sezione INFN di Cagliari e responsabile scientifico di ET Sardegna, ha presentato le caratteristiche del sito sardo – dalla bassa sismicità e rumorosità antropica della zona, alla capacità di attrarre partner scientifici – che lo rendono il sito ideale per la realizzazione di ET. Anche Arthur McDonald, premio Nobel per la fisica nel 2015, fortemente coinvolto nel progetto ARIA, ha ribadito, in un intervento registrato per l’occasione, l’idoneità del sito sardo, e ha offerto il proprio supporto alla candidatura italiana anche alla luce della grande qualità della sua ricerca, di cui ha diretta esperienza.
«La partecipazione dell’INFN a Expo 2025 Osaka ha rappresentato un’occasione preziosa per presentare, in un contesto internazionale di altissimo livello, la candidatura sarda a ospitare l’Einstein Telescope, e altri due importanti progetti di ricerca in corso in Sardegna: ARIA e il Sardinia Radio Telescope», ha sottolineato Alessandro Cardini, direttore della sezione di Cagliari dell’INFN. «Gli eventi a cui abbiamo partecipato, impreziositi dalla presenza del premio Nobel Takaaki Kajita, hanno evidenziato inoltre la solidità della collaborazione scientifica tra la Sardegna, l’Italia e il Giappone, la cui importanza è strategica in particolare nell’ambito della ricerca sulle onde gravitazionali», ha concluso Cardini.
Rimanendo in tema Nobel, il 26 giugno, la Sala VIP del Padiglione Italia ha ospitato il premio Nobel per la fisica Takaaki Kajita, insieme a Takayuki Tomaru, Michele Punturo e Helios Vocca, professore di fisica sperimentale all’Università di Perugia e associato all’INFN. L’evento, dal titolo “Italy and Japan in the worldwide Gravitational Wave Network LIGO-VIRGO-KAGRA and Einstein Telescope”, ha dato modo agli speaker di approfondire le sfide presenti e future nella ricerca delle onde gravitazionali e le sinergie tra Italia e Giappone in questo campo. Kajita, in particolare, si è soffermato sul contributo dell’esperienza e delle tecnologie di KAGRA, l’interferometro dell’Istituto per la Ricerca sui Raggi Cosmici dell’Università di Tokyo, a Einstein Telescope.
«Sono molto felice di aver partecipato all’evento ospitato dal Padiglione Italia a Expo 2025 Osaka sulla cooperazione scientifica tra Italia e Giappone nel campo delle onde gravitazionali, perché credo che la collaborazione tra i nostri due Paesi sia davvero molto importante», ha commentato il premio Nobel Takaaki Kajita nel corso di un’intervista a margine dell’evento. «Uno dei siti candidati per ospitare Einstein Telescope è la Sardegna, che abbiamo capito essere un sito ottimo per installare un interferometro sotterraneo per onde gravitazionali perché l’attività sismica è molto bassa e anche la quantità di acqua sotterranea è minima. Ritengo quindi che la Sardegna sia davvero un ottimo sito candidato per Einstein Telescope», ha concluso Kajita.
E a proposito di sinergie, questa volta industriali piuttosto che scientifiche, esse sono state al centro dell’incontro del pomeriggio, organizzato dalla Regione Sardegna in collaborazione con il MIMIT, e rivolto in particolare alle imprese giapponesi potenzialmente interessate a investire in Sardegna. Einstein Telescope offre in questo senso moltissime opportunità, come illustrato da Alessandro Cardini, Alberto Masoni, Takayuki Tomaru e Michele Punturo.
Con Einstein Telescope l’Italia investe non soltanto sullo studio dell’universo e sull’apertura di nuove frontiere della ricerca. Con Einstein Telescope l’Italia investe sul territorio, sulla sua crescita e sulla valorizzazione delle sue risorse. Ne aggrega di nuove, le forma, tesse reti che vanno oltreoceano, e produce un impatto positivo sulla quotidianità e sulla società tutta.