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Entrano nel vivo le attività preparatorie alla realizzazione del laboratorio internazionale CAOS (Centro per Applicazioni sulle Onde gravitazionali e la Sismologia), frutto della sinergia tra l’Università di Perugia e l’INFN e finanziato con fondi PNRR-MUR del progetto ETIC, per attività di ricerca e sviluppo su alcune tecnologie del progetto Einstein Telescope.

Dopo la cerimonia di posa della prima pietra, svoltasi il 19 marzo a Perugia, lo scorso lunedì 15 aprile si è tenuto il kick-off meeting della fornitura del sistema di camere a vuoto per CAOS. La riunione si è svolta ad Anagni, nella sede della Fantini Sud s.p.a., l’azienda che si è aggiudicata l’appalto da oltre un milione di euro per la realizzazione di questa importante componente del laboratorio.

“Abbiamo avuto il piacere di visitare gli stabilimenti e intavolare una proficua e stimolante riunione tecnica, con l’obiettivo di iniziare a definire alcune delle molte questioni tecniche che dovremo affrontare”, sottolinea Gabriele Capoccia, tecnologo di INFN Perugia e direttore esecutivo della fornitura del sistema di camere a vuoto.

“CAOS dovrà ospitare due camere a vuoto, che visivamente somigliano ad altrettante torri alte 15 metri ciascuna, dal peso approssimativo di 25 tonnellate e che dovranno operare a una pressione inferiore ai 10-7 millibar”, prosegue Capoccia. “Si tratta di una grande sfida tecnologica, ma necessaria sulla strada verso ET. Questo sistema di camere a vuoto, infatti, avrà le stesse dimensioni di alcune delle torri che si prevede di costruire in Einstein Telescope; inoltre, ci permetterà di testare soluzioni tecniche innovative nel campo della tecnologia del vuoto, dei super attenuatori e dei controlli automatici, che vogliamo usare nell’interferometro di terza generazione”.

Per la Fantini Sud non si tratta di una prima volta: l’azienda italiana è infatti operativa ormai da circa 25 anni in progetti di ricerca e sviluppo con alcuni dei più importanti enti di ricerca nazionali e internazionali, tra cui l’INFN, l’ENEA e il CERN.

“I progetti della big science rappresentano i fiori all’occhiello della scienza del ventesimo e del ventunesimo secolo. I tratti comuni di tali progetti sono il livello di eccellenza scientifica, i grandi budget per costruire le strutture di ricerca e le notevoli competenze ingegneristiche necessarie per la corretta gestione di un progetto”, spiega Francesco Fantini, direttore commerciale dell’azienda e project manager per la fornitura.

“Queste strutture per la big science sono caratterizzate da un’ampia comunità di utenti sia accademici che industriali. Solitamente sono progettate e costruite per gli scienziati e necessitano di un coinvolgimento da parte dei fornitori industriali. La nostra azienda è in grado di fornire un’ampia gamma di prodotti, in particolare componenti meccanici di alta precisione e macchine speciali, utilizzabili durante le operazioni complesse e fondamentali per la costruzione degli apparati scientifici. Nell’ecosistema che regola il coinvolgimento dell’industria, essa viene definita un vero e proprio partner tecnologico, che deve muoversi in una costante trasformazione, per adattarsi alle sfide tecnologiche e sociali”, conclude Fantini.

 

Rendering del laboratorio CAOS